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di Sergio Palumbo
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A Milano una mostra sul fervido movimento
artistico-letterario che rifiutò l'autarchia culturale fascista


"Corrente" contro la strapaesanità


La rivista fu tollerata per due anni dal regime
che poi la chiuse nel 1940


Gazzetta del Sud - 28 Giugno 2008 - pag. 19

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Accompagnò la fine del fascismo opponendosi al regime l'avanguardistico movimento artistico-letterario di "Corrente" a cui è dedicata una mostra inaugurata nei giorni scorsi a Palazzo Reale, a Milano, dotata di un bel catalogo edito da Skira. Collegata a questa mostra c'è anche un'esposizione specifica sul pittore Aligi Sassu, che fu tra i protagonisti di "Corrente".

Il movimento, che organizzò due importanti mostre di pittura nella galleria di "Corrente" con giovani artisti in posizione critica nei confronti del figurativismo di "Novecento" appoggiato dal regime e che pubblicò pregevoli edizioni letterarie come i famosi "Lirici greci" di Salvatore Quasimodo, nacque nel 1938 intorno alla rivista omonima diretta dall'allora diciottenne Ernesto Treccani, oggi uno dei pochissimi testimoni ancora in vita di quella coraggiosa e operosa stagione culturale milanese sotto il fascismo. All'inizio la rivista si chiamò "Vita giovanile" e solo in seguito divenne semplicemente "Corrente", passando da una periodicità mensile a una periodicità quindicinale sempre con un esiguo numero di pagine.

A finanziare l'elegante rivista fu il padre di Ernesto, il senatore Giovanni Treccani degli Alfieri, fondatore dell'omonima "Enciclopedia". Il senatore Treccani aveva subito aderito al fascismo, ma ne rimase presto deluso a cominciare già dal 1923 dopo aver proposto a Mussolini di istituire a Roma una cattedra universitaria per Albert Einstein. Il Duce bocciò la sua proposta perché considerava lo scienziato, ebreo tedesco naturalizzato svizzero, un "senza patria". Di tendenze post-impressioniste, "Corrente" rifiutò l'isolamento della cultura fascista avviando un impegnato rinnovamento anche sul piano politico e dando pieno credito alla sperimentazione anti-accademica non senza vivaci polemiche.
Il ministro dell'educazione nazionale Giuseppe Bottai, che si adoperava per avviare una dialettica interna al fascismo, cercò di recuperare, se non ideologicamente, almeno culturalmente il dissidente gruppo di "Corrente".

Basti ricordare che quando s'inaugurò la seconda mostra di "Corrente" la polizia sequestrò il periodico e al "Premio Cremona", istituito dal gerarca Farinacci secondo le direttive naziste, gli artisti del movimento non furono invitati ma Bottai intervenne facendo riprendere la pubblicazione della rivista. Inoltre il ministro istituì a sua volta il premio "Bergamo", in opposizione a quello di Farinacci, e fece partecipare i pittori di "Corrente" dando perfino un riconoscimento alla scandalosa "Crocifissione" di Guttuso, che nelle vere intenzioni dell'autore voleva rappresentare l'Europa torturata dal nazismo. Tuttavia i giovani filosofi e artisti facenti parte del movimento si resero ben presto conto dell'inutilità del dibattito animato da Bottai e passarono anch'essi nelle file dell'antifascismo militante prima e della Resistenza poi.

In realtà, alla cultura fascista si faceva scontare la sua "strapaesanità" e, mentre gli allievi di un maestro come Antonio Banfi – da Paci ad Anceschi, da Formaggio a Cantoni – guardavano alle più moderne tendenze del pensiero filosofico europeo, così i pittori di "Corrente" si sentivano attratti dal nuovo linguaggio figurativo di un Picasso, ad esempio, rimanendo fortemente suggestionati pure sotto il profilo etico, oltre che estetico, dal suo celebre dipinto "Guernica". «Fu un periodo vivo e caldo – ricorda Luciano Anceschi nel volume "L'impetuosa giovinezza" – che ci aiutava a superare tante difficoltà e oscurità. Si viveva insieme, pittori, musicisti, filosofi e letterati con un continuo reciproco aiuto e con continue reciproche sollecitazioni. "Corrente" e l'Università furono i nostri punti di riferimento più precisi. Giovani scrittori e critici, anche allievi di Antonio Banfi, contribuirono con il loro discorso liberatorio a garantire le scelte in cui si muoveva, molteplice, la ricerca letteraria e artistica.

Aiutammo i giovani artisti a farsi capire – aggiunge Anceschi – e ne traemmo una lezione diretta dall'esperienza vissuta della vita dell'arte».Nei due anni di esistenza la rivista milanese divenne centro di aggregazione e soprattutto polo di attrazione per pittori, poeti, narratori, filosofi, musicologi, cineasti, drammaturghi, critici letterari e d'arte, studiosi di estetica, tutti o quasi tutti giovanissimi, con idee anticonformiste e sprovincializzanti che offrirono, fra l'altro, stimoli verso la grande musica contemporanea europea, verso il nascente cinema neorealista, verso la più pura poesia ermetica. Oltre che da Ernesto Treccani, la bottega di "Corrente" ebbe tra i suoi sostenitori e tra i suoi più assidui frequentatori Renato Birolli, Bruno Cassinari, Renato Guttuso, Mario Mafai, Giacomo Manzù, Giuseppe Migneco, Ennio Morlotti, Gabriele Mucchi, Fausto Pirandello, Giuseppe Santomaso, Beniamino Joppolo, Vittorio Sereni, Alberto Lattuada, Luigi Comencini, Giorgio Strehler, Emilio Vedova, Aligi Sassu, Raffaele De Grada, Luigi Rognoni ecc..

Alla rivista collaborarono, fra gli altri, Vittorini, Gadda, Pratolini, Bilenchi, Cassola, Comisso, Landolfi, Tobino, Ferrata, Savarese, Jacobbi, Bo, Quasimodo, Gatto, Bigongiari, Luzi, Vigorelli, Macrì, Parronchi e tanti altri.Nonostante la sua fronda al regime, il movimento di "Corrente", grazie dunque pure a Bottai, fu tollerato fino al 1940. Poi "Corrente" lanciò una provocazione inammissibile per il fascismo: la rivista pubblicò in prima pagina uno scritto di Carlo Cattaneo che sosteneva l'inutilità di ogni guerra, anche se vinta. Così il periodico milanese fu soppresso personalmente dal Duce nel maggio di quell'anno fatale, un mese prima dell'entrata in guerra dell'Italia al fianco della Germania nazista.
La galleria d'arte chiuse un anno dopo, il gruppo si sciolse, ma il patrimonio morale e intellettuale dell'esperienza di "Corrente" non andò perduto e, anzi, diede i suoi migliori frutti nel secondo dopoguerra.

Sergio Palumbo
Gazzetta del Sud - 28 Giugno 2008




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