Scoperte e apporti letterari di Sergio Palumbo
Grazie a ricerche d'archivio, a confronti incrociati di carteggi e a studi interdisciplinari, si devono a Sergio Palumbo significative “scoperte” su importanti poeti e scrittori italiani, una sorta di piccola e insospettabile miniera per la letteratura novecentesca. Il periodo degli anni Trenta è quello in cui si concentra il maggior numero di recuperi, tutti di riflesso nazionale, grazie ai quali si può ridisegnare anche il ruolo della città di Messina in rapporto soprattutto con Firenze, capitale della cultura italiana del tempo. Nel seguente elenco per ciascuna scheda sono indicate con numerazione progressiva le essenziali fonti di riferimento ed eventuali citazioni critiche o bibliografiche.
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Inediti carteggi “solariani” di Montale e Vittorini
Ha pubblicato gli inediti carteggi “solariani” di Eugenio Montale (1896-1981) ed Elio Vittorini (1908-1966) con il giurista Salvatore Pugliatti (1), entrambi risalenti al 1931, esaminati e valutati sulla base anche di uno studio incrociato con i coevi epistolari del poeta Salvatore Quasimodo e del francesista e critico letterario Glauco Natoli. I suoi saggi sull'argomento, pubblicati anche dopo ulteriori consultazioni di documenti inediti presso l'Archivio Contemporaneo Bonsanti del Gabinetto Vieusseux di Firenze, chiariscono in maniera definitiva e sorprendente il quadro delle strategie e degli schieramenti dei letterati siciliani nell'àmbito della storica rivista fiorentina “Solaria” (2). Ha pubblicato anche lettere inedite di Carlo Emilio Gadda (3) e Sibilla Aleramo (4).
1) E. Montale, Lettere a Pugliatti. Montale e la critica nel carteggio con Salvatore Pugliatti e tre lettere di Elio Vittorini, a cura di S. Palumbo (Scheiwiller, Milano 1986); E. Vittorini, Letteratura arte società. Articoli e interventi 1926- 1937, a cura di R. Rodondi, Einaudi, Torino 1997, pp. 385-386; 2) E. Montale, Ossi di seppia, a cura di P. Castaldi e F. D'Amely, Oscar Mondadori, Milano 2003, p. XC; 3) S. Palumbo, «Illustre Professore, gli amici di Solaria mi hanno segnalato…» in “Corriere del Ticino – attualità culturale” (Svizzera), 8 luglio 1989; C. E. Gadda, Bibliografia e indici, a cura di D. Isella, Garzanti, Milano 1993, p. 65; 4) S. Palumbo, Sibilla Aleramo, o la vita come mito in “Corriere del Ticino – attualità culturale” (Svizzera), 30 giugno 1990.
Il primo racconto dimenticato di Carlo Cassola
Lo scrittore Carlo Cassola
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Ha individuato sulla “Gazzetta” di Messina il primo racconto di Carlo Cassola (1917-1987), al suo debutto letterario con sei poesie e due prose. S'intitola Grande adunata (1) questo testo pubblicato l'11 maggio 1936 e mai confluito in volume.
La Conquista di Addis Abeba nel 1936
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Si può leggere come un esemplare documento di resistenza al regime che anticipa la prosa antifascista maturata durante la lotta di Liberazione. Lo scrittore romano prese lo spunto dalla proclamazione dell'Impero in occasione del discorso tenuto da Mussolini a piazza Venezia a Roma, quando il Duce annunciò la vittoria della guerra in Africa Orientale con la caduta in mano italiana della capitale etiopica Addis Abeba. Il resoconto si caratterizza per il suo “afascismo”, secondo una visione esistenziale di Cassola che contrapponeva al patriottico tripudio della coeva letteratura “civile” per la nuova conquista coloniale la sofferenza del vivere quotidiano e l'angoscia della guerra.
1) S. Palumbo, L'impetuosa giovinezza di antiborghesi senza rimedio. Fascismo e afascismo nella stampa messinese degli anni Trenta, Edas, Messina 1999; C. Cassola, Racconti e romanzi, a cura di A. Andreini, “I Meridiani” Mondadori, Milano 2007, pp. LXXXI, CXXXV, 1731, 1843, 1890.
Versi e prose dell'esordiente Franco Fortini
Autoritratto di Franco Fortini
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Ha ritrovato quattro testi giovanili di Franco Fortini (1917-1994), risalenti al 1936, grazie ai quali è stato possibile colmare una lacuna bibliografica nell'opera letteraria dell'allora esordiente poeta e scrittore fiorentino. Quando firmava ancora con il vero nome Franco Lattes pubblicò sulla “Gazzetta”, quotidiano della Sicilia e della Calabria, le poesie Estate e Il cielo e i racconti Una settimana e Spiaggia di settembre (1). Si tratta di quasi-inediti: le due liriche e la prosa Una settimana non sono mai stati raccolti in volume dall'autore; Spiaggia di settembre invece fu riproposta sulla rivista “La Riforma letteraria” del 1938. Tali scritti, rifuggendo dalla retorica letteraria dell'epoca, lasciano intravedere gli sviluppi ideologici di Fortini che di lì a poco avrebbe aderito all'antifascismo.
1) S. Palumbo, L'impetuosa giovinezza di antiborghesi senza rimedio. Fascismo e afascismo nella stampa messinese degli anni Trenta, Edas, Messina 1999; E. Nencini, La “preistoria di Fortini è nei versi messinesi in L'ospite ingrato. Annuario del Centro Studi Franco Fortini 1999, Quodlibet, Macerata 2000, p. 371; L. Lenzini, Il cherubino di stucco in F. Fortini, La morte del cherubino, Università degli studi di Siena, Siena 2002, p. 12; F. Fortini, Saggi ed epigrammi, a cura di L. Lenzini, “I Meridiani”, Mondadori, Milano 2003, p. 1821.
Glauco Natoli al centro di un dissidio fra poeti
"Volontà" foglio d'ordini del Guf
(Gruppi universitari fascisti) di Messina del 1935
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È riuscito a scovare sul raro periodico messinese “Volontà” del 1935 la recensione, sfuggita all'attenzione generale, del critico Glauco Natoli (1908-1965) alla prima raccolta poetica del Nobel Eugenio Montale, Ossi di seppia (1). Fu proprio questo scritto a innescare quel dissidio tra Eugenio Montale e Salvatore Quasimodo che pose fine alla loro amicizia come avvalora pure in un suo documentato saggio successivo (2). Il recensore definiva Montale «il più rappresentativo poeta italiano della nuova generazione». Ciò provocò la reazione di Quasimodo, che poi in un carteggio con Salvatore Pugliatti confessò di sentirsi «tradito» dal vecchio compagno della “brigata” di amici immortalata nella sua famosa lirica Vento a Tìndari.
1) S. Palumbo, L'impetuosa giovinezza di antiborghesi senza rimedio. Fascismo e afascismo nella stampa messinese degli anni Trenta, Edas, Messina 1999; A. Satta Centanin, Cronache in “Poesia”, a. X, dicembre 1997, n. 112, p. 32; 2) S. Palumbo, Cari poeti nemici miei in “Poesia”, a. XI, novembre 1998, n. 122, p. 73-76.
Lettere e manoscritti nell'archivio di Giulio D'Anna
Beniamino Joppolo e ritratto di Marinetti (1936) di Giulio D'Anna
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Ha ritrovato nell'archivio del pittore Giulio D'Anna (1908-1978) carteggi inediti del pittore Giacomo Balla e di Filippo Tommaso Marinetti, fondatore del movimento futurista (1). La pubblicazione di tali inediti è stata l'occasione propizia per rilanciare l'interesse nei confronti dell'allora misconosciuto artista del secondo futurismo siciliano con un articolo-rivelazione e una mostra. Nello stesso archivio ha scoperto anche dello scrittore Beniamino Joppolo (1908-1965) un inedito pamphlet anti-mussoliniano risalente al 1939 (2).
1) S. Palumbo, Ritrovate tre lettere inedite di Marinetti all'artista futurista messinese. Giulio D'Anna “aeropittore” in “Gazzetta del Sud”, 20 aprile 1990; A.M., Ruta, Giulio D'Anna aeropittore mediterraneo, Eidos, Palermo 2005; V. Buda, Un «pittore limpido e festoso». Giulio D'Anna tra futurismo e astrattismo, Società Messinese di Storia Patria, Messina 2006; G. Joppolo, Beniamino Joppolo la figura e l'opera, Pungitopo, Marina di Patti 2004, pp. 58-59, 140.
Un discorso rivelatore di Salvatore Quasimodo
Il poeta Salvatore Quasimodo al Municipio nel 1960
in occasione del conferimento della cittadinanza onoraria
di Messina
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Ha ricostruito sul piano filologico, dopo quarant'anni di oblio, il testo del discorso che il poeta Salvatore Quasimodo (1901-1968) pronunciò in occasione del conferimento della cittadinanza onoraria a Messina il 21 gennaio del 1960, un mese dopo la consegna ufficiale del premio Nobel a Stoccolma. Nelle parole di Quasimodo s'intravede un passaggio rivelatore: «In molte poesie – afferma il Nobel – la città di Messina non è innominata, ma se dico città di isola, dico Messina. Gli altri ricordi sono piuttosto favolosi, ma la posizione spirituale di fronte al mondo contemporaneo io l'ho conquistata in questa città». (1)
1) S. Quasimodo, «Quando parlo della Sicilia, penso sempre a Messina» in “Gazzetta del Sud”, 4 novembre 1996; S. Palumbo, Una testimonianza inedita. Il discorso di Salvatore Quasimodo a Messina in “Testuale”, a. XVI, n. 25, secondo semestre 1998.
L'odissea accademica di Giacomo Debenedetti
Giacomo Debenedetti e Salvatore Pugliatti
all'Accademia della Scocca a Messina nel 1965
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Ha ripercorso sulla base di ricerche d'archivio e testimonianze di prima mano la sfortunata odissea accademica di Giacomo Debenedetti (1901-1967) e in particolare i cinque anni trascorsi a Messina dal grande critico piemontese in occasione del suo primo incarico universitario come docente di letteratura francese e letteratura italiana moderna e contemporanea. In tale contesto ha pubblicato, per la prima volta, anche l'elenco delle tesi assegnate da Debenedetti e quelle presentate dai suoi laureandi coi nomi degli studenti e degli argomenti trattati, elenco che colma una lacuna nell'àmbito della attività accademica dello studioso e fornisce nuove indicazioni utili sulle sue scelte letterarie (1).
1) S. Palumbo, Impegno accademico d'un eminente critico in “Gazzetta del Sud”, 19 aprile 2001; P. Frandini, Il teatro della memoria. Giacomo Debenedetti dalle opere e i documenti, Manni, Lecce 2001, pp. 288-290, 329.
La “preistoria” letteraria di Bartolo Cattafi
Bartolo Cattafi visto da Luca Crippa
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Ha contribuito a far conoscere meglio l'apprendistato del poeta Bartolo Cattafi (1922-1979) e il suo rapporto letterario con gli altri poeti della “quarta generazione” legati alla cosiddetta “linea lombarda” (Erba, Orelli, Risi).
In particolare si è soffermato sulla preistoria letteraria del poeta siciliano grazie alla preziosa testimonianza originale dello scienziato e poeta Nino Pino, suo primo lettore.
In un'intervista quest'ultimo racconta, per la prima e unica volta, come nacque e si sviluppò l'interesse del giovanissimo Cattafi per la poesia fino al suo debutto milanese con la prima raccolta di versi Nel centro della mano del 1951 (1).
1) S. Palumbo, La “preistoria” di Bartolo Cattafi in Atti del Premio Nazionale di Poesia “Bartolo Cattafi” (V e VI edizione – Barcellona P.G., 1989, 1991), a cura di G. Trapani, Pungitopo, Marina di Patti 1992, pp. 101-103; P. Maccari, Spalle al muro. La poesia di Bartolo Cattafi, Società Editrice Fiorentina, Firenze 2003, p. 25; B. Cattafi, Poesie 1943- 1979, a cura di V. Leotta e G. Raboni, Oscar Mondadori, Milano 2001, pp. 359, 363.
Sicilia e siciliani visti da Eugenio Montale
Autoritratto di Eugenio Montale
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Ha messo a fuoco, per la prima volta, in un impegnativo saggio (1) l'intenso rapporto letterario del Nobel Eugenio Montale (1896-1981) con artisti, poeti, narratori e uomini di cultura siciliani attraverso i suoi scritti in settant'anni di militanza critica, da “Solaria” al “Corriere della Sera”. E si riscopre così che il poeta Montale si occupò della Sicilia in rapporto anche alla questione meridionale sulle pagine del “Mondo” nel 1945. «Un'Italia limitata al triangolo Milano-Torino-Genova – scriveva allora Montale – con un'appendice quasi coloniale che serva da mercato non è nei miei voti. In questo caso le mie simpatie andrebbero tutte ai “barbari”».
1) S. Palumbo, Montale e la Sicilia, alla scoperta di nuovi talenti in Montale e il canone poetico del Novecento, a cura di M. A. Grignani e R. Luperini, Laterza, Roma-Bari 1998, pp. 276-307; E. Montale, Ossi di seppia, a cura di P. Castaldi e F. D'Amely, Oscar Mondadori, Milano 2003, p. CVII.
Un dipinto antonelliano in valigia per Guttuso
"Crocifissione di Sibiu" (1450 -1460?) di Antonello da Messina
Ha pubblicato una significativa lettera inedita del pittore Renato Guttuso (1912-1987), in cui l'artista parla del suo rapporto con gli amici di Messina (1). Ha inoltre ricostruito per la prima volta in maniera dettagliata il soggiorno estivo a Scilla di Guttuso tra il 1949 e il 1950 sullo Stretto di Messina. Il pittore siciliano allora, attratto sul piano espressivo dal realismo sociale, creò i due famosi cicli di dipinti di Scilla che hanno per soggetto marine e scene di caccia al pescespada. Ha reso noto infine il singolare apporto dato da Guttuso alla grande mostra su Antonello da Messina organizzata nel 1953. Con un abile stratagemma, il pittore fece giungere dalla Romania, dove era custodita, la celebre “Crocifissione” antonelliana di Sibiu per essere esposta alla mostra. Un “retroscena” rimasto segreto per decenni perché avvolto dal segreto diplomatico.
1) S. Palumbo, Quel “picconiere” dipinto nel 1951 in “Gazzetta del Sud”, 27 gennaio 1987; Renato Guttuso e la “scuola di Scilla” in “Kalós” a. XII n. 3, luglio-settembre 2000; “ La “Crocifissione” di Antonello in una valigia diplomatica in “Kalós” a. XV n. 3, luglio-settembre 2003, pp. 4-7; Antonello le mostre parallele in “ la Repubblica ” (Palermo), 4 luglio 2006.
La fortuna letteraria del poeta Lucio Piccolo
La riedizione delle prime poesie di Lucio Piccolo |
Si è occupato della figura e dell'opera del poeta Lucio Piccolo (1901-1969) con un peculiare approccio multidisciplinare pubblicando anche il primo esaustivo saggio sulla fortuna letteraria dell'autore dei Canti barocchi e sul suo rapporto con la musica. Ha inoltre curato la più ampia e completa bibliografia critica su Piccolo (1). In essa, oltre al recupero delle prime voci bibliografiche correttamente ordinate sotto il profilo cronologico, si dà spazio pure ad articoli, saggi e interventi vari riguardanti Casimiro Piccolo e Giuseppe Tomasi di Lampedusa con significativi riferimenti al poeta palermitano.
1) S. Palumbo I Piccolo di Calanovella, Novecento, Palermo 2001; La poesia scritta sul pentagramma in “Stilos”, a. III, n. 9, 29 maggio 2001; Notizia e Bibliografia critica in L. Piccolo, Canti barocchi e Gioco a nascondere , Scheiwiller, Milano 2001, pp. 113-128; Notizia e Bibliografia critica in L. Piccolo, Plumelia, La seta, Il raggio verde , Scheiwiller, Milano 2001, pp. 111-128.
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