In questa intervista realizzata a
Messina nel 1993 lo scrittore Vincenzo Consolo parla del
rapporto fra letteratura e mafia che non sempre è stato limpido
o visto in termini allarmati e indignati.
I narratori siciliani del passato, da
Verga a Capuana, non si sono mai interessati alla mafia, nel
senso che il problema veniva ignorato o era considerato come un
fatto pittoresco, come un fatto di costume.
Con Leonardo Sciascia, invece - spiega
Consolo - il rapporto letteratura-mafia è cambiato e si è presa
piena coscienza della drammaticità del fenomeno. Lo scrittore
dimostra il suo impegno civile combattendo la mafia anche con le
armi della cultura.
Morto Sciascia, a raccogliere il
testimone è stato proprio Consolo che ha proseguito sino alla
fine la battaglia in prima linea contro la mafia e la
criminalità organizzata.